Archivio mensile 14 Aprile 2014

Lo psicologo in cura

La maggior parte dei professionisti della salute mentale cerca aiuto psicologico almeno un volta nella propria vita, con una frequenza decisamente maggiore rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione: mentre solo un quarto delle persone cerca aiuto mentale di qualsivoglia genere, ben il 75% degli operatori si rivolge ai professionisti del benessere psicologico per cercare aiuto. La natura del lavoro dello psicologo lo porta a cercare aiuto non solo per le cause più comuni (affrontare una perdita, depressione, ansia o una crisi personale), ma anche per problemi tipici della professione, come burnout, trauma vicario, controtransfert e così via.

Spesso nel lavoro con le difficoltà altrui molti psicologi (soprattutto alle prime armi e in fase di training) possono mettere i bisogni dell’altro avanti ai propri; nell’affrontare le intense emozioni ed i traumi dei pazienti, possono tendere a controllare le proprie emozioni che stanno vivendo in quei momenti e non trovare un contenitore adeguato nel quale viverle; possono, inoltre, sperimentare un senso di isolamento dovuto alla natura stessa del lavoro. Comportamenti negativi dei pazienti, la mancanza di successi terapeutici e gli obblighi burocratici, possono essi stessi contribuire al burnout, che ha un costo altissimo: difficoltà a trovare nuovi pazienti, difficoltà a mantenere quelli pre-esistenti, performance peggiori.

La depressione è sempre alle porte: la maggioranza degli psicologi intervistati in specifici studi (Pope and Tabachnick, 1994; Gilroy, Carroll, & Murra, 2002) ha avuto almeno un episodio depressivo nella vita, con conseguente ritiro e isolamento. Alla luce di questi fattori di rischio, i benefici di una psicoterapia personale sono notevoli. La maggioranza degli psicologi che cerca aiuto è soddisfatta dei risultati. Dopo una psicoterapia si migliora la comprensione della natura dei problemi dei propri pazienti e si risponde meglio ai loro bisogni. Il successo della propria psicoterapia, inoltre, aumenta la percezione dell’efficacia del proprio lavoro e accresce la consapevolezza di poter aiutare attivamente gli altri. Intelaiando un rapporto con un collega, poi, si vive un minor senso di isolamento e di visione “chiusa” della propria attività: rischio sempre alle porte per gli psicologi che lavorano molte ore in studio. Ci sono delle resistenze – certo – come la difficoltà a trovare un terapeuta adeguato alle proprie richieste, la mancanza di tempo o la mancanza di risorse finanziarie, che spesso celano una realtà molto più dura: la difficoltà ad ammettere il proprio disagio.

Se vuole cercare il proprio benessere, però, anche il professionista della salute mentale deve correre un rischio e affrontare i propri limiti naturali di essere umano e affidarsi ad un collega per risollevarsi con nuove energie e una nuova spinta vitale. Se anche tu hai bisogno di una mano, non esitare a contattarmi al 338.4558919 per fissare un appuntamento presso il mio studio in via Melisurgo 44 a Napoli